Rieti, Archi del Palazzo Papale 1 dicembre 2018 ~ 6 gennaio 2019
«Da secoli siamo abituati a contemplare il Presepe nelle nostre case e nelle chiese. Per molti di noi è un segno legato ai ricordi caldi e intimi dell’infanzia. Francesco venne nello sperduto paesino di Greccio, abitato da gente povera e affamata, perché ha in mente di rappresentare la nascita di Gesù. È il Natale del 1223, tre anni prima della sua morte. Convoca il paese e organizza un “presepe vivente”, portando anche un bue e un asinello. Tutto il quadro denota povertà e semplicità. Francesco ha avuto la lucidità spirituale di cogliere il segno in quella nascita, ha intuito quanto fosse incisivo». Così, il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili illustra l’idea di base del progetto “La Valle del Primo Presepe”: riscoprire quella “provocazione” a cui il Poverello diede vita proprio nel nostro territorio: nella Chiesa “malata” del suo tempo in cui non c’era più spazio per la povertà unita alla predicazione del Vangelo, lui ebbe il genio e l’ardire di proporre Gesù che nasce in una mangiatoia, per aprire a tutti, e in particolare ai più poveri, l’accesso a Dio. Un messaggio che attraverso la potenza del presepe francescano arriva oggi ad ognuno di noi, credenti e non, allo scopo di trasformare la nostra tendenza alla ricerca di potenza e successo, spesso alienante e ingannevole, in solidarietà, dono di sé per gli altri, senza pretese da accampare come contropartita. Una sfida possibile.
Un’opera unica Il presepe monumentale del maestro Francesco Artese, posto sotto gli archi di Palazzo Papale, è un’opera unica e totalmente artigianale che regala al visitatore un colpo d’occhio di grande suggestione. Dopo una prima visione d’insieme dei circa quaranta metri quadrati che compongono l’opera, emergono i particolari del borgo di Greccio e allo stesso tempo alcuni dettagli architettonici della città di Rieti, unione che rappresenta metaforicamente il legame tra gli luoghi che punteggiano la “Valle del Primo Presepe”.
fonte: http://www.valledelprimopresepe.it/
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